Ma cosa ci sarà di tanto speciale a Sanremo oltre il Festival? La città dei fiori, a dispetto dei luoghi comuni, vi sorprenderà. Certo, in questo momento sotto i riflettori c’è il Teatro Ariston, con quelle sue scritte esterne un po’ retrò, con le insegne luminose che sembrano uscite da un quartiere di Las Vegas, con quella folla di gente che aspetta il vip di turno per la consueta sfilata sul red carpet.
Eppure, per chi sa addentrarsi nei vicoli e nelle stradine, lontano dal caos di note sparse che viene fuori dal piazzale davanti all’Ariston, la città ligure sa offrire delle piccole meraviglie che, se messe insieme, rappresentano davvero un itinerario di viaggio niente male.
SANREMO, COSE DA VEDERE
Pensate alla Chiesa di Cristo Salvatore, ad esempio. Si tratta di un luogo di culto di rito ortodosso, messa su dalla nobiltà russa a inizio Novecento. Le sue guglie si stagliano verso il cielo, spartiacque tra la città vecchia e la città nuova. Curve sinuose, cupole, colori accesi: la ricchezza orientale si respira in ogni sua pietra, sia in quelle più antiche, sia in quelle più moderne. La chiesa, infatti, fu oggetto di bombardamento nel bel mezzo della seconda guerra mondiale: dopo il restauro a cura del comune, l’edificio fu dichiarato di interesse storico.
Poi ci sono i palazzi. Non le ville sfarzose dell’aristocrazia italiana (che a Sanremo ha una vera e propria base privilegiata), ma quelle che nascondono, nei loro giardini e nei loro porticati, le storie più incredibili. Villa Nobel, ad esempio, fu l’ultima residenza di Alfredo Nobel, il chimico e filantropo svedese che diede il nome al famoso premio. Ora, è sede di un museo che raccoglie tutte le scoperte e le invenzioni dell’Ottocento. Nei suoi giardini, curati in maniera maniacale, c’è l’essenza degli odori e dei colori della Liguria.
SANREMO, I PRODOTTI TIPICI
Tra Sardenaira (una focaccia gustosa con salsa di pomodoro, capperi e acciughe) e Buridda (una zuppa di totani, polipi e calamari) c’è anche l’imbarazzo della scelta per percorrere una interessante via del gusto, molto mediterranea. Altro che Festival, insomma: una visita a Sanremo (magari lontano dall’affollato mese di febbraio-marzo) potrebbe suonare davvero bene.