Perchè mangiare lo squalo in Islanda?
Il fatto che questo piatto il più delle volte sia accompagnato da potentissima acquavite islandese (la tanto amata brennivín), dovrebbe far capire quanto forte sia l’odore di ammoniaca che circonda questa pietanza. Lo Hakarl o kæstur hákarl, in lingua islandese “squalo fermentato”, ha infatti un caratteristico odore e un gusto simile a quello del formaggio molto stagionato, così intenso che molti islandesi si rifiutano di mangiarlo, oppure non se ne sono mai cibati nella loro vita.
Guardate la mia faccia la prima volta che ho assaggiato lo squalo!
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Allora è una tradizione strettamente turistica?
Roberto Luigi Pagani, fondatore del blog “Un italiano in Islanda” dà una motivazione più storica, contestualizzando perfettamente il nostro quesito.
Sta già comparendo nei supermercati il vecchio cibo tradizionale islandese. Non si trova sempre perché non è più consumato regolarmente, essendo poco appetibile. Serviva solo ad uno scopo: evitare che la gente morisse di fame. Qualsiasi pretesa di gusto o estetica era fuori luogo nella lotta per la sopravvivenza ai margini del mondo abitabile.
Questo cibo compare a gennaio perché verso la fine del mese ricorre il Þorrablót (pronunciato “thòrraplout”), un evento sociale dove gli islandesi si incontrano per celebrare la loro identità: si recitano poesie e canzoni tradizionali, si fanno esibizioni comiche, discorsi, giochi e balli di gruppo e si consuma il cibo tipico dei loro antenati, per non dimenticare il passato! La tradizione ha preso piede nell’ottocento, ripescando il nome da un festival pagano di mezzo inverno che era stato abbandonato dopo l’avvento del cristianesimo.
Tra questi cibi c’è anche lo squalo fermentato. Lo squalo groenlandese non viene normalmente pescato di proposito ma per caso, assieme ad altro pesce. La sua carne è tossica perché l’animale non ha un sistema escretore per eliminare l’urina: la suda dalla pelle. La sua carne viene fatta marcire (una volta era sotto la sabbia per settimane, oggi si fa in apposite camere) e poi appesa a essiccare.
I cubetti hanno una consistenza gommosa, e il sapore ricorda un formaggio francese fortissimo. Una volta deglutito sale nel naso un forte odore di ammoniaca, che essendo sgradevole viene “ammazzato” con un sorso di acquavite locale. Non piace quasi a nessuno, ma c’è chi lo apprezza!
Come si mangia lo squalo?
Le carni possono essere però “degustate” e consumate dopo un lungo e peculiare processo di fermentazione. Inizialmente il processo avveniva in maniera molto spartana: lo squalo pescato veniva privato della testa e delle interiora e sistemato in una fossa scavata nella sabbia ciottolosa. La fossa viene poi ricoperta a sua volta di ciottoli in modo da formare una sorta di collinetta, sulla quale venivano poste infine delle pietre più pesanti che servivano a pressare lo squalo. Dopo qualche mese, lo squalo veniva recuperato e appesoper altri quattro o cinque mesi, per finire il suo processo di “purificazione” dall’acido.
Cibo strano islandese?
Altre vere immancabili prelibatezze, sono i súrsaðir hrútspungar (testicoli di pecora) o il blóðmör (sanguinaccio di agnello) per non parlare dello hvalspik (grasso di balena fresco) o della sviđ (testa di ovino bollita).
Se volete invece approfondire il discorso riguardo ad un piatto locale, come la testa di pecora bollita, vi consiglio di leggere questo articolo.
Ma in Islanda si mangia anche bene
Non disperatevi, si mangia bene e soprattutto “piatti normali”.
Un piatto che vale decisamente la pena provare è la Kjötsúpa, una gustosissima zuppa d’agnello con patate e carota, l’ideale per scaldarsi dopo una giornata in giro.
Volete provare lo street food islandese? Allora non perdetevi i pylsur non sono altro che i celebri hot-dog, che vengono realizzati con carne di agnello insaccata in un budello naturale.
Imperdibile anche la Fiskisúpa, la zuppa di pesce, che può essere a base di merluzzo o salmone, oppure la celebre zuppa d’aragosta, considerata il piatto migliore d’Islanda.
E tu sei pronto a mangiare lo squalo?