Le giornate qui a Sydney procedono bene. Un clima impeccabile, sempre intorno ai 20 gradi, con delle folate di vento (per la gioia dei surfer) che a volte ti spazzano fino in Nuova Zelanda ma anche intensi raggi di sole pronti a scaldarti mentre magari sei seduto su una panchina della Baia ad ammirare l’Opera House con i gabbiani che fanno a gara a prendere al volo le briciole del tuo panino a pochi centimetri da te.
La ricerca del lavoro continua con pazienza e senza mai perdersi d’animo. Unisco l’utile al dilettevole. Cerco lavoro facendo allo stesso tempo il turista. Lascio il mio curriculum a quasi tutti i locali che trovo sulla mia strada. Percorro Elizabet Street e poi George Street, due delle vie centralissime di Sydney che sono un po’ i punti di riferimento. Lungo queste strade puoi trovare le boutique dei marchi più famosi al mondo, l’Apple Store e fino ad arrivare poi a Martin Place, una specie di Wall Street Australiana che comunque ha poco da invidiare a quella di New York, data la bellezza di questa piazza che ci avvicina sempre più a Darling Harbour. Qui di notte c’è un panorama mozzafiato, con le luci dei grattacieli che si riflettono sul mare e con bellissimi locali e ristoranti a ridosso, sia a destra che a sinistra. Procedendo verso destra, sempre costeggiando il mare, possiamo trovare il Sydney Acquarium o il Madame Tussauds o spingendoci ancora più a fondo il The Star, l’hotel più lussuoso della città, dove alloggia Alex Del Piero. Spostandoci dalla parte opposta invece si trovano parchi immensi con fontane dalla bellezza unica immerse nel verde delle palme e come sfondo sempre i cari grattacieli che aggiungono il giusto contrasto a questo quadretto paradisiaco.

Andando in ordine troviamo da sinistra verso destra grattacieli, ristoranti, parchi e fontane. La serenità che trasmette questo posto si può notare da gente in giacca e cravatta che in questi parchi, in pausa pranzo, gioca a ping pong con ai piedi del tavolino la classica borsa 24 ore, oppure da gente sdraiata a sonnecchiare sotto qualche palma o a genitori che controllano i bimbi zompettare tra uno scivolo e una fontana. Io nel mentre, continuando ad ammirare tutto questo, lascio sempre curriculum a destra e sinistra fino a quando, arrivato in un ristorante chiedo al primo cameriere se mi potesse chiamare il manager apposta per avere informazioni riguardo alla loro disponibilità ad offrirmi un lavoro o no. Ed ecco che succede il fattaccio. Si avvicina a me una donna statuaria di un metro e ottanta e io, già innamorato perso, vedo scorrere davanti ai miei occhi già la storia della mia vita insieme a Lei, felici mano nella mano nei parchi verdi di Sydney, cercando un nome per il nostro bimbo… ma tutto viene interrotto quando mi dice che al momento non erano alla ricerca di nuovo staff. Io rimetto in tasca il mio anello di fidanzamento e continuo il mio giro. Ahahah!
Procedo verso Chinatown e tengo a precisare una cosa: quel cibo che in Italia noi spacciamo per cucina cinese è pessimo in confronto a quella vero. Riso alla cantonese, ravioli al vapore o cos’altro. Scordatevelo! La VERA cucina Made in China è tutt’altro ed è mille volte meglio! Detto questo continuo il mio giro tra i vari locali di Chinatown, tra vestiti, ristoranti e accessori low cost mi incammino per tornare verso la metro, allungando di proposito il mio percorso per ammirare il mio primo grande amore: la Baia, con Harbour Bridge e Opera House a farne da padroni indiscussi.
Dalla Baia di Circolar Quay partono anche diversi traghetti che fanno scoprire la magia di Sydney anche via mare.
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A proposito di mare….
Una mattina mi sono svegliato con la voglia di mare, nonostante il vento fosse forte e dei 18 gradi che c’erano se ne percepissero molti meno. Comunque costume, felpa e zaino in spalla, direzione Bondi Beach. Che goduria. Metro fino a Bondi Junction e poi pullman navetta fino alla spiaggia.

Quello che mi aspettava era l’Oceano che con il suo azzurro e le onde impetuose andava ad accarezzare la spiaggia bianca di Bondi sempre circondata, manco a dirlo, da un immenso parco verde. Credo di aver fatto più foto che a un matrimonio. La forza che ti dà il mare, anche solo guardandolo, assecondando il suo rumore, credo si avvicini molto all’invincibilità. Tant’è che mi tolsi la maglia in preda ad un attacco di eroismo ma il vento era davvero troppo forte e freddino e allora tornai con la testa sulla Terra e molto umilmente mi rimisi la felpa. Ahahah!
Non c’era niente di più bello di stare distesi sul proprio telo mare, nel bel mezzo di questa spiaggia immensa e vivere di ciò che la natura mi stava regalando: mare, sole, vento e senza fare l’ipocrita, qualche bella gnocca =)
Beh, alternando seriosità a perle d’ignoranza vi ho fatto scoprire un altro pezzo di Australia. Ora meglio che mi metto in movimento che, se non trovo un lavoro, mi tocca chiedervi 1 euro per ogni iscritto a Mondo Aeroporto! Eheh!
Un abbraccio,
Daniel Mazza
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