Ah, la doccia. Quel luogo dove trovi un pò di intimità e relax, quel luogo dove tutti diventiamo pop star, quel luogo dove per un’oretta abbondante pensi a tutti i problemi che la vita ti pone e per cinque minuti scarsi pensi a come lavarti alla rinfusa. Chi non è mai stato sotto la doccia, con l’acqua scrosciante sul viso e ha pensato profondamente “Chi siamo? Da dove veniamo? Chissà quanto pago d’acqua questo mese? Ma il ciuffo di Malgioglio è vero?!”. Sotto la doccia diventiamo tutti un pò filosofi. Filosofi e cantanti. Filosofi, cantanti e disegnatori. E sì, perchè caro amico mio, dopo un’ora sotto l’acqua calda, saprai pur bene che la doccia creerà quel vapore acqueo che ti permetterà di disegnare e scarabocchiare come il Picasso dei bei tempi andati. Un po’ come quando piove e tu sei in auto e assisti alla gara tra due gocce d’acqua sul vetro, sperando sempre che tu non sia quello che sta guidando. Che infanzia difficile che abbiamo avuto eh?
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Ma io volevo arrivare a un’altra conclusione. La differenza tra l’atto pratico del farsi la doccia, la differenza tra un essere umano di sesso maschile ed uno di sesso femminile.
LA DONNA.
A parte il fatto che la bellezza di una donna allo specchio la porterà a passare forse più tempo a pensare al modo più rapido e indolore per assomigliare il più possibile a Beyoncè. Dopo un’ora di pose davanti allo specchio e vari esercizi di stretching acrobatico in equilibrio tra il lavandino e il bidet per vedere se la buccia d’arancia o la cellulite sia spuntata o no ecco che arriva il momento di entrare in doccia. La donna nel box doccia ha qualsiasi tipo di crema, shampoo, balsamo messo in commercio dal Paleolitico ai giorni nostri. Per non parlare di saponi, bagnoschiuma, spazzole e miscele varie. Uno shampoo al concentrato all’amarena mischiati con essenze aromatiche del Nepal per capelli crespi, ricci, mossi, biondi, mori, blu e i colori dei Power Rangers. Si passa poi alla crema all’aloe Norvegese con un retrogusto del vigneto del nonno di San Crispino da passare accuratamente sull’epidermide, massaggiando la pelle in senso orario nei giorni dispari e antiorario nei giorni pari. Abbiamo poi il bagnoschiuma alla frutta, per lasciare quel sapore aromatico una volta asciugato quel corpicino delicato: questo bagnoschiuma sa così tanto di frutta che nella confezione ti danno anche il coltello per sbucciare la mela. Dopo una breve risciacquata di 45 minuti su tutto il corpo, senza lasciare più traccia del di shampoo o sapone, eccole uscire con la sigla di Enya dal box, avvolgendosi in un accappatoio morbidissimo, da far invidia agli orsi polari. Il percorso doccia – fuoriuscita dal bagno si concluderà in un lasso di tempo che va dalle due ore ai sei mesi. A volte è capitato che delle mamme, all’uscita dal bagno, abbiano conosciuto la moglie del proprio figlio, che durante la doccia della madre, si era fidanzato, sposato e fatto una famiglia.
L’UOMO.
L’uomo entra in bagno rigorosamente dopo aver sparso per casa i vari pezzi dell’abbigliamento, partendo dalla cucina. Un calzino sul frigorifero, l’altro (ovviamente bucato sull’alluce) lanciato sulla TV, t-shirt buttata nel corridoio e poi con un colpo d’illusionismo, pantalone e mutanda sfilati contemporaneamente e buttati fuori dalla finestra alla folla festante che tifava sotto al balcone. Una volta entrati in bagno l’uomo si prepara per il campionato mondiale di apnea davanti allo specchio, in preparazione di un’altra competizione importante: il momento-selfie (che vale anche per la donna). Quale luogo miglior se non la cara e vecchia toilette? E lì arriva il momento che tutti aspettavamo: si entra in doccia! Per l’uomo la doccia si affronta in maniera molto più easy e rilassata, meno complicanze. Anche lui penserà alla tettonica a zolle e al PIL dei vari Paesi in via di sviluppo sotto la doccia, nonostante non ci capisca nulla, nonostante l’ultimo libro che abbia letto è un Topolino dell’86. Anche l’uomo sfoggia le sue doti canore sotto l’acqua scrosciante, impugnando qualsiasi confezione di shampoo come un microfono. Un momento. Abbiamo detto shampoo? Sbagliavo. L’uomo si lava con qualsiasi cosa liquida/cremosa che esista nel raggio di 20 metri di distanza dalla doccia. Puoi mettere anche l’olio Carapelli, che l’uomo si laverà con quello, senza alcuna distinzione tra capelli e altre parti del corpo. Il percorso glorioso dell’uomo nel box doccia si conclude con l’uscita trionfale. Nessun accappatoio e litri d’acqua sul pavimento del bagno. L’uomo sarebbe capace di asciugarsi con carta igienica e phon. Eroico, primitivo e sempre un po’ bizzarro!
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