Siamo andati con Insolita Italia a scoprire Napoli e le Leggende che ruotano attorno a questa città. Quante cose non conoscevo e quante cose ho imparato camminando per questi vicoli e ascoltando queste storie. Ad esempio conoscevate la leggenda dei coccodrilli del Maschio Angioino?
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1 – MASCHIO ANGIOINO – La leggenda dei coccodrilli
La fossa del coccodrillo al Maschio Angioino: storia o semplice leggenda?
Tutti conoscono il Maschio Angioino (o Castel Nuovo) come uno dei simboli della città di Napoli, ma pochi sanno che attorno all’ex Residenza Reale veleggia la leggenda che nelle prigioni di questa fortezza si aggirasse un coccodrillo che facesse sparire i prigionieri. C’è chi dice che in quella fossa buia e umida posta a livello del mare per lasciare i prigionieri in esilio ci fosse un buco che permetteva ad un coccodrillo di introdursi all’interno quel tanto che bastava per afferrare i malcapitati per le gambe e trascinarli a mare. Un’altra leggenda invece confermava il fatto dell’esistenza del rettile per volere di Giovanna II: la Regina infatti dava in pasto al coccodrillo i suoi amanti. Era questo il modo per farli sparire.

Questa leggenda è stata poi rafforzata dal fatto che nel 2004 durante gli scavi per la costruzione della stazione Municipio è stato ritrovato lo scheletro di un animale che ricordava proprio un coccodrillo. C’è chi dice che possa essere ricollegato a questa storia, altri dicono invece che sia un cetaceo spiaggiatosi in queste zone tempo fa, ma la leggenda continua….
2 – IL CIMITERO DELLE FONTANELLE
Il Cimitero delle Fontanelle è un antico cimitero della città di Napoli, situato nel rione Sanità, che accoglie più di 40.000 resti di persone vittime della grande peste e del colera che hanno colpito la città 1656 e 1836.
L’usanza di questo Cimitero prevede l’adozione delle “anime pezzentelle”, ovvero la cura e la sistemazione di uno dei crani abbandonati in cambio di protezione e buona sorte.
Una delle leggende che ruota attorno a questo luogo è quello della “capa che suda”, un cranio appartenuto a tale Donna Concetta, che a differenza degli altri ricoperti di macchie, polvere e terra, è rimasto intatto e lucido. Si dice che questo cranio sia un talismano di felicità tanto che aiuti le donne a rimanere gravide. Si può chiedere una grazia a Donna Concetta sfiorando il teschio con la mano e soltanto se questa si bagnerà il desiderio verrà esaudito. Al contrario invece, se il cranio rimane asciutto, la grazia non potrà essere concessa, poiché in quel momento l’anima abbandonata sta soffrendo. E la leggenda continua…
3 – LA TOMBA DI SAN GENNARO
Le spoglie di San Gennaro subirono diversi viaggi. Decapitato nel 305 per professione della fede cristiana , trovo sepoltura a Pozzuoli, prima di essere spostato a Capodimonte nelle catacombe. Successivamente il corpo fu trasportato a Benevento, poi a Montevergine ed infine a Napoli, dove arrivò nel 1497.
Tutti collegano il nome di San Gennaro alla città di Napoli ma in pochi sanno che la città ha ben 52 patroni.
La leggenda del Santo e della liquefazione del sangue contenuto in un’ampolla, che porterebbe buon auspicio alla città, ha origine nel 1389 e il “miracolo” si ripete ogni anno. Gli studiosi ancora non hanno trovato la soluzione a questa leggenda e il mistero continua…
4 – PALAZZO DONN’ANNA
Le origini di questo palazzo risalgono alla fine del 1600, costruito per volere di Anna Carafa, consorte del viceré Ramiro Núñez de Guzmán.
La leggenda e le credenze popolari raccontano che Donn’Anna venne confusa spesso con la Regina Giovanna D’Angiò, che qui incontrava i suoi amanti per poi ucciderli all’alba dopo notti d’amore, facendoli precipitare dal palazzo. Le anime degli sfortunati ragazzi si aggirerebbero nei sotterranei della costruzione, secondo i racconti e le leggende metropolitane che veleggiano.
Un’altra diceria racconta invece che gli amanti, più che altro pescatori, scappassero dalla dimora con la barca a remi che ancora vedete ancorata.
5 – I CASTELLI: CASTEL SANT’ELMO E CASTEL DELL’OVO
Questi due Castelli hanno segnato la storia di Napoli.
Castel Sant’Elmo si trova in una posizione strategica. Da questa fortezza infatti si può controllare tutta la città: il golfo, e le strade che dalle alture circostanti conducono alla città. Questo Castello Medievale, proprio per questo motivo, dal primo istante in cui fu costruito (in parte ricavato direttamente dal tufo giallo napoletano) fu protagonista di diversi assedi, il primo nel 1438.

Castel Dell’Ovo è invece il Castello più antico di Napoli ed è uno degli elementi principali che spiccano all’occhio quando si guarda al panorama del golfo di questa città.
Il nome del Castello deriva da una leggenda secondo la quale la forza di questa fortezza si basava su un uovo nascosto all’interno delle mura dal poeta (e mago) Virgilio. Questa leggenda manteneva in piedi l’intero castello e la scomparsa o la rottura di quest’uovo avrebbe causato la vulnerabilità della struttura e di tutta la città di Napoli.

Nessun’altra leggenda, ma soltanto una serie di scatti che rendono Napoli sempre più affascinante!
TRAMONTO SU NAPOLI DAL MASCHIO ANGIOINO
VISTA SU NAPOLI DALL’ OSSERVATORIO ASTRONOMICO
MUSEO CAPODIMONTE
Nel 2015 quasi 150 mila persone hanno visitato questo Museo che ospita gallerie di arte antica, una di arte contemporanea e un appartamento storico. Questo Museo fu costruito per ordine di Carlo di Borbone, salito al trono a Napoli nel 1734, per dare una degna sistemazione alle opere d’arte ereditate dalla madre.
FERMATA METRO TOLEDO
L’hanno immortalata di migliaia di scatti ed è stata eletta come una delle fermate della metro più belle d’Europa (e perché no, del mondo?) È una vera opera d’arte!
LOCANDA DEL CERRIGLIO
Si trova a Napoli la Locanda del 1300 dove era solito passare il suo tempo Michelangelo Merisi da Caravaggio, anche in compagnia di belle donne. È proprio qui accadde uno degli episodi che segnò la vita di Caravaggio, noto anche per il suo carattere aggressivo. Nell’Ottobre del 1609, il pittore dopo un diverbio fu aggredito e sfregiato in volto. Oltre a Michelangelo, anche Giovan Battista Della Porta, Benedetto Croce, e Antonio Genovesi erano clienti abituali di questa Locanda (o taverna) che mantiene intatta la magia dei vecchi tempi.
Grazie a Databenc (Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali) per avermi permesso di viaggiare all’interno di questo magnifico viaggio all’interno delle leggende di una delle città più belle d’Italia.
Prossima meta?
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