Italiani all'estero: il bello di comunicare con le mani

Esistono molte abitudini italiane, per noi assolutamente normali, che gli stranieri trovano sorprendenti o inesplicabili. Fra le abitudini che suscitano più curiosità, forse, c’è quella di gesticolare mentre si parla.

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A cosa serve agitarsi tanto quando si parla? Le parole non sono sufficienti?
Naturalmente le parole sono sufficienti, ma perché limitarsi alle parole quando possiamo usare tutto il corpo? Il gesto non sostituisce la parola, ma la arricchisce. È un linguaggio parallelo, che aggiunge sfumature o cambia il significato del nostro discorso. Provate a parlare senza muovere un muscolo: la vostra voce sarà monotona e insignificante.

Forse, per chi ci guarda dall’esterno, i gesti sono solo un balletto incomprensibile, una serie di movimenti senza senso. Ma in Italia la gestualità è un elemento culturale molto importante e non semplice folklore. I gesti sono un linguaggio codificato e preciso e hanno un significato chiaro per chi sa interpretarli.

Con il gesto possiamo esprime un’emozione meglio di molte parole, perché il movimento è più spontaneo e sincero della parola. Possiamo esprimere rabbia o gioia, indifferenza o sorpresa, e cambiare l’ampiezza e l’intensità secondo lo stato d’animo e la situazione.

Estratto dell’articolo “Gli italiani parlano con le mani” di Elisa Torretta

Qui un popolare video comico sull’italiano all’estero e i problemi di comunicazione

 

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Un altro simpatico video, questa volta della serie Tv Family Guy, conosciuta in Italia come Griffin, con Peter che cerca di parlare “italiano”

 

Un comico all’estero ironizza sul gesticolare tipico italiano

 

10 minuti di tempo per imparare il modo di comunicare all’italiana. Come? Con questo video! Buon divertimento!

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Dal 2010 cerco di “far volare” sul web la mia passione per i viaggi. Ho vissuto in Australia, ho visitato tutto il Sud-Est Asiatico, ho attraversato l'intero Vietnam in moto per consegnare libri ai bimbi degli orfanotrofi, ho visto innumerevoli volte l'Aurora Boreale in Islanda. Nel 2019 ho co-fondato SiVola, il primo tour operator creato da travel blogger.