“Reportage di un viaggio di 6000 km in sella ad una bici attraverso il Tibet proibito. Per cinque mesi clandestino sulla strada più alta del pianeta sfuggendo alla polizia e sopravvivendo alla fame e al gelo. Mamma che avventura!”
Con questo messaggio Dino Lanzaretti dà il benvenuto su Facebook a tutti coloro che, appassionati dalla sua impresa, vanno a curiosare tra le foto del Tibet.
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Ti ho scoperto tramite YouTube con la tua impresa sulle due ruote attraversando il Tibet.
Come mai hai scelto proprio questo luogo?
Semplicemente perché e’ la Mecca per ogni viaggiatore, chi non ha mai sognato di viaggiare sul tetto del mondo? Il fascino di questa terra rimbomba solamente a citarne il nome. E poi è difficile e le sfide per essere tali devono avere un’alta probabilità d’insuccesso e al tempo avevo davvero bisogno di misurarmi con me stesso.
E’ la prima volta che fai un’esperienza del genere?
Al tempo ero stato per 8000km a spasso per il Sud Est Asiatico (Thailandia,Laos,Vietnam,Cambogia e Myanmar) ovviamente in bicicletta. Da quel momento in poi non mi sono più fermato. Ammetto però che attraversare tutto il Tibet in bicicletta è stata la più grande avventura della mia vita.

Per questa avventura dove ti sei documentato?
Nel 2008 su internet non c’era un gran che a riguardo, ho trovato solo un islandese che c’era stato per conto del National Geographic e mi aveva avvertito dei tantissimi check point da superare di notte per entrare in Tibet. Poi, nel mio viaggio precedente, ero venuto a conoscenza di come riuscire ad avere un visto cinese di sei mesi richiedendolo ad Hong kong. Per il resto sono andato un po a naso procurandomi i materiali in base alle mie precedenti esperienze alpinistiche. Allenamento? Zero! Ho pensato che se avessi dovuto pedalare per sei mesi era meglio non rischiare di stufarmi prima pedalando come un pazzo su e giù per le strade vicino a casa. Semplicemente basta andare più piano all’inizio e poi lentamente il corpo si abitua allo sforzo e soprattutto all’ambiente circostante. Quello che faccio io è davvero molto più semplice di ciò che sembra.
Consigli per chi vorrebbe fare la tua stessa esperienza?
Dopo il mio passaggio in Tibet costantemente baciato da una fortuna sfacciata, ho superato 22 check point presidiati da militari cinesi e sono stato arrestato solo una volta senza gravi conseguenze, ci sono stati degli scontri a Lhasa tra i tibetani e le forze cinesi. Da allora i controlli alle frontiere sono estremamente più severi e, che io sappia, nessuno è più riuscito a percorrere questa strada. Per chi volesse provare un’esperienza del genere si può cimentare sulla Pamir high way in Tagikistan che, tra le alte vie, è quella che somiglia di più all’altopiano tibetano.
E’ stato un viaggio dispendioso?
380$ in sei mesi di viaggio…ho dormito praticamente per tutto il tempo in tenda e mi sono nutrito quasi esclusivamente di noodles istantanei. Quello che costa sono le attrezzature indispensabili per sopravvivere a quelle quote e alle rigide temperature. Sacco a pelo da alta quota, tenda e tutto il vestiario alpinistico mi sono costati un occhio della testa…vero è però che da allora ho ancora lo stesso materiale che mi ha accompagnato per tutti i miei altri viaggi, quindi è stato un investimento fatto bene. La bicicletta che sto usando adesso nell’attraversare l’Africa è la stessa che avevo allora…indistruttibile!!!
Ci sono stati momenti in cui avresti voluto mollare?
Ovvio che si, trascinare una bici di 60kg su per una salita a 5000m fa sputare sangue ma una volta entrato nell’altopiano tibetano mi sarebbe costata molta più fatica tentare di ritornare indietro, quindi sono stato costretto dagli eventi a continuare. Fatto sta che dopo alcuni mesi ero talmente a mio agio in quel tipo d’ambiente e a quelle condizione di vita che una notte mi sono svegliato all’improvviso tutto sudato perché avevo fatto un “incubo” nel quale ero tornato a casa.
Ora sei in giro per l’Africa. Spiegaci meglio il tuo progetto e il tragitto che stai compiendo.
