Il Kai Tak di Hong Kong è stato molto più di un aeroporto. L’iconico hub logistico dell’ex colonia britannica in Asia ha svolto un ruolo fondamentale nella vita della città metropolitana per 73 anni. La sua storia si è conclusa circa venti anni fa ma il suo mito continua a rivivere nella gente di Kowloon City che per decenni è stata a stretto contatto con aerei e cargo, vivendo secondo gli orari di apertura e chiusura dell’aeroporto.
Il Kai Tak è stato l’unico aeroporto che serviva l’area di Hong Kong e Macao fino agli anni novanta, una zona del continente asiatico densamente popolata non solo dai residenti del posto, ma anche e soprattutto da uomini d’affari e turisti, i primi impegnati nelle contrattazioni di borsa e nelle banche, gli altri di passaggio a Macao, con Las Vegas negli Stati Uniti la capitale mondiale del divertimento.
Famoso per le sue procedure di avvicinamento al limite del fattibile e per i suoi atterraggi tra grattacieli e colline confinanti, l’aeroporto di Kai Tak è stato attivo fino al 1998, prima di essere chiuso definitivamente e rimpiazzato dall’aeroporto sull’isola di Chek Lap Kok.

Al tempo, una volta atterrati ad Hong Kong, si respirava subito l’aria più verace della città, essendo catapultati direttamente a Kowloon, una delle aree maggiormente abitate dello stato. Bastava superare Prince Edward Road East per entrare in contatto con la realtà di quella parte di Hong Kong, fatta di ristoranti, negozi e lavanderie, scuole e grattacieli.
Dopo la sua costruzione, avvenuta nel 1925, l’aeroporto in pochi anni divenne lo scalo merci di riferimento del continente asiatico e passò nell’arco di poco tempo dal gestire pochi milioni di persone fino a più di trenta milioni di passeggeri (ma era stato pensato per un massimo di venti milioni). Decine e decine di video che riprendono decolli e atterraggi tra i grattacieli di Hong Kong sono ancora visibili su Youtube, mentre l’aeroporto di Kai Tak resta nella memoria di quanti, residenti del posto e non, hanno vissuto la storia negli anni.

Eppure, il Kai Tak ancora oggi è uno degli aeroporti più famosi e conosciuti al mondo (è noto anche come l’aeroporto più spaventoso al mondo). In passato è stato anche più volte vincitore del premio Skytrax come miglior hub aeroportuale mentre per otto anni consecutivi è stato il più grande in assoluto aeroporto per cargo al mondo.
Era considerato uno degli aeroporti più difficili al mondo in cui i piloti potevano volare. Incastonato nel bel mezzo di Kowloon, il Kai Tak aveva una pista che sporgeva letteralmente nel mare; l’atterraggio sulla famosa pista 13 era una prova da brivido e sangue freddo, anche per i più esperti piloti che dovevano compiere una manovra di avvicinamento complicatissima (vista la posizione delle alture e dei palazzi), specialmente in condizioni di volo più impegnative, con vento e acqua.
E oggi? L’area dell’ex aeroporto Kai Tak diventerà nei prossimi anni uno dei quartieri più rinnovati e innovativi a Hong Kong, grazie ad una serie di investimenti da oltre venti miliardi di euro che serviranno a costruire parchi, stadi, hotel, uffici e abitazioni per almeno centomila nuovi residenti.
Per accaparrarsi i terreni dove sorgeva la pista e il terminal del Kai Tak, gli investitori hanno sborsato cifre da capogiro. E ovviamente, le nuove costruzioni che verranno erette di qui a pochi anni, saranno vendute a cifre esorbitanti, elemento in forte contrasto con la grave crisi abitativa che la città di Hong Kong sta affrontando nell’ultimo decennio.
Ciò che resta per ora, è il ricordo dei giganti dei cieli che volavano appena sopra le trafficate strade di Kowloon City, con i più curiosi che si godevano gli atterraggi e le partenze direttamente dal parcheggio multi piano del terminal, a pochissima distanza dall’aeroporto, quasi a toccare con la mano, è il caso di dirlo, gli aerei in movimento sulla pista.