Giovedì 22 novembre. All’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, e alcuni collaboratori si presentano in ritardo al gate, all’imbarco del volo Air France diretto a Milano. Mancano 7 minuti alla partenza. Imbarco chiuso. Che fare? Arrendersi all’evidenza come un cittadino comune che sa di essere arrivato troppo in ritardo o provare comunque a convincere il personale della compagnia che il volo si può ancora prendere? Formigoni sceglie la seconda via.
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Forte, dirà lui, di “relazioni con l’ambasciata francese in Italia”. La discussione tra Formigoni e gli impiegati aeroportuali, viene documentata in un video girato con il telefonino da un altro passeggero, Alessandro, un ragazzo italiano che è lì per il volo delle 15,25 da Parigi a Milano sempre del 22 novembre.
Dalle immagini si capisce che il presidente è visibilmente scocciato. Ripete all’hostess transalpina che lui e il suo gruppo “erano lì nella hall”. L’addetta è perentoria: “Mi spiace, ci sono delle regole, l’imbarco è chiuso“. Formigoni si lancia in una serie di tentativi, tanto inutili quanto arroganti. Nelle immagini, l’ex governatore della Lombardia appare più che mai deciso a imbarcarsi e in buon francese dichiara: “Siamo 7, anzi 8 persone con il biglietto pagato”. L’impiegata francese è una sfinge. Formigoni è infastidito e ripete: “Avete firmato un contratto con noi, voi dovete rispettarlo, è un contratto internazionale, dovete rispettarlo”. Poi aggiunge: “L’areo è lì, su, 4 secondi e siamo bordo”. E poi, cercando evidentemente un modo per salire a bordo, domanda (questa volta in italiano ndr): “E’ aperto lì?”. I tentativi non ottengono però alcun effetto, se non il rifiuto deciso della hostess, che invita ancora al rispetto delle regole. Il Celeste non si dà per vinto, rimane fermo in attesa per alcuni minuti e commenta sempre più nervoso: “Abbiamo delle relazioni con l’ambasciata italiana, l’ambasciata francese in Italia”. Ma i minuti trascorrono, la prospettiva di fare un’eccezione per il governatore, e il suo staff, si allontana. Formigoni alza i toni: “La gentilezza francese, che meraviglia”, ripete più volte. Il ragazzo italiano alle sue spalle continua a riprendere tutto con il suo smartphone. Le addette prospettano al gruppo di italiani di imbarcarsi al volo successivo delle 15,25 diretto a Milano. Formigoni accenna ad una risata e ripete: “Siamo qui perché vogliamo imbarcarci, no? Non siamo qui per leggere il giornale”. A quel punto comincia a chiedere con insistenza nome e numero dell’impiegata francese: “Il suo nome, signora? E’ possibile avere il suo nome e il suo numero?!”. Scuote la testa in segno di disappunto. La donna replica: “No, io non do’ il mio nome Un uomo dello staff del governatore comincia a scattare diverse foto all’impiegata. Appare un’altra impiegata dai capelli biondi. Il politico continua a protestare, poi dice: “Madame, lei è un pubblico ufficiale”. Segue una risata di scherno “ah ah ah”. Formigoni a quel punto, non del tutto arreso, comincia a ripetere: “La vergogna dell’Air France, la vergogna dell’Air France”. E ancora: “L’educazione francese è una meraviglia…L’amicizia francese…ah eh. Sì certo, uh…siete desolati”. I francesi saranno irremovibili, saranno tutti imbarcati sul volo successivo delle 15,25.
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