Cosa fare a Giacarta? Prendere un aereo per Yogyacarta!

Ci siamo. Abbiamo passato l’estate indenni, ci siamo sentiti tutti i servizi di Studio Aperto, abbiamo bevuto dalle fontane di tutta Italia e non siamo mai usciti nelle ore più calde. La nostra estate inizia ora. Siamo all’aeroporto di Istanbul, prima tappa del nostro viaggio con destinazione ‪Indonesia‬!

Le dodici ore di volo passano veloci tra una dormita e uno spuntino ed eccoci arrivare a Giacarta.

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Ma cosa fare una volta arrivati a Giacarta?

Semplice, dormire una notte e volare nuovamente il mattino dopo (cerca qui il volo), destinazione Yogyakarta o Jogya, chiamatela come volete.

Arrivati in serata a Giacarta, ci sistemiamo in un hotel a dieci minuti dall’aeroporto: il POP Hotel. Una ventina di euro a notte per una camera matrimoniale con colazione e Wi-fi inclusi. C’è anche la navetta gratuita dall’aeroporto all’hotel e viceversa, un giro ogni ora. Il nostro volo che ci porterà a Yogya è programmato per l’indomani mattina quindi la sistemazione è comodissima. Non vi preoccupate se all’andata, dall’aeroporto all’hotel ci metterete una mezzoretta. E’ tutta colpa del traffico. Il percorso inverso sarà rapidissimo.

Si può cenare senza allontarsi dall’hotel? Certo, proprio fuori dalla struttura, ci sono dei “baracchini” che preparano panini o piatti tipicamente indonesiani, che udite udite.. si possono consumare all’interno dell’hotel, accomodandosi tranquillamente nell’area comune dove vi recherete per fare la colazione al mattino. Sono da poco passate le 21. Ecco la mia prima cena indonesiana: “sop iga bakar nasi”, costolette alla griglia con zuppa e riso. Due piatti e tre bevande per 6 euro.


E’ ora di partire, di nuovo.

La sveglia suona alle 5, la navetta parte dall’hotel alle 6 e il volo alle 7.50: direzione Yogyakarta.

Questa è la porta del gate, in pieno stile indonesiano. A quanto pare siamo gli unici europei in aeroporto o almeno gli unici che avevano voglia di svegliarsi alle 5.

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Un’ora e dieci di volo, passata quasi tutta a sonnecchiare con la testa a penzoloni, causa jet lag imponente.

Siamo arrivati a Yogya ed ora inizia l’avventura.

Senza un riferimento, un hotel, una guida. Ci siamo fatti portare su Malioboro street, la via principale di questa città e ci siamo messi a passeggiare zaino in spalla, alla ricerca di una sistemazione. LIBERTÀ TOTALE. Caldo asfissiante, quasi 40 gradi alle dieci di mattina, ma un sorriso grosso così. Abbiamo incrociato un ragazzo, ci chiede se stiamo cercando un hotel. Gli diciamo che in realtà non ce l’abbiamo. Ci dice “ci penso io a voi”. Ci fidiamo. Incominciamo a camminare per cunicoli strettissimi e dopo qualche svolta arriviamo in una casa. Ci accoglie il proprietario, ci fa vedere le camere. Spartane, ma pulite. Wi-Fi e acqua calda ci sono. Il minimo indispensabile. Affare fatto. 150.000 mila rupie indonesiane, 10 euro a testa per due notti.

Questo in foto è il soggiorno che ci accoglie appena apriamo la nostra camera. Carichi di entusiasmo ci buttiamo per le vie della città. È ormai passato mezzogiorno e abbiamo fame. Decidiamo di dare fiducia a queste stradine che già ci hanno portato fortuna poco prima. Entriamo in un’abitazione riorganizzata a mò di ristorante. Si può intravedere infatti il soggiorno con la TV e i bimbi che giocano sul pavimento. Un pò incuriositi iniziamo a riempire i nostri piatti. Pollo, noodle e riso con vari condimenti. La pancia è piena. La signora ci sorride e ci spiega che non parla inglese. Il conto totale è 20.000 rupie, 75 centesimi a testa. Da non crederci. La signora ci sorride e ci saluta, i bambini ci guardano incuriositi con sguardi di una tenerezza infinita. Di europei da queste parti non se ne vedono molti.

Siamo solo all’inizio e già non vedo l’ora di buttarmi a capofitto in ogni esperienza che mi regalerà questo viaggio.

Se siete a Giacarta, non perdete tempo, volate subito a Yogyakarta!
Il viaggio continua, seguimi qui!

Dal 2010 cerco di “far volare” sul web la mia passione per i viaggi. Ho vissuto in Australia, ho visitato tutto il Sud-Est Asiatico, ho attraversato l'intero Vietnam in moto per consegnare libri ai bimbi degli orfanotrofi, ho visto innumerevoli volte l'Aurora Boreale in Islanda. Nel 2019 ho co-fondato SiVola, il primo tour operator creato da travel blogger.