Aurora Boreale
Semplici consigli per immortalare una meraviglia
di Alessio Olivetti
Cresce nel buio una piccola luce diffusa dai fanali di un veicolo; si sta avvicinando in linea retta e si riflette su una superficie ondulata. Probabilmente è acqua, ma quando sono arrivato nel villaggio il sole aveva già lasciato spazio alla notte e davanti a me non c’è nulla, nemmeno le stelle. Il cielo è coperto, però noto curiose fasce più luminose delle nuvole. Non tardo a recuperare il treppiede e la macchina fotografica, che ho letteralmente abbandonato nella stanza del motel, per osservare con occhi diversi lo scenario che ho di fronte. «Questa volta, forse, la vedrò», penso. Le luci artefatte della notte si scorgono appena, quella più vicino è un lampione che diffonde un’orribile luce giallastra, a circa cinquanta metri alle mie spalle. Il paesaggio è comunque incredibilmente naturale. Montagne nere all’orizzonte, buio totale solo pochi passi davanti a me. Un clac, un’attesa di venti secondi, e poi, un altro clac. Lo specchio si chiude. Guardo lo schermo. «Eccola!». Strisce di smeraldo si lanciano dalla cima di un monte innevato e svaniscono dietro le nubi grigie. Il veicolo, ai piedi del monte, ha quasi raggiunto la debole illuminazione del villaggio e la sua traccia bianca si riflette in un ampio specchio d’acqua.

Grundarfjörður, Islanda – 29 marzo 2017 – 64°55’39.1″N 23°15’43.8″W

Come si fotografa l’Aurora Boreale?
A.A.A. cercasi iniziativa per fotografarla. Attesa. Ma pure molta fortuna.
In Islanda l’Aurora Boreale è spesso impercettibile all’occhio umano perché preferisce giocare a nascondino. Accade quindi, e non di rado, di maledire le condizioni meteorologiche o addirittura lei!
L’unica reale consolazione è la macchina fotografica che, almeno, può catturare colori nel buio e, come è stato per me, scenari incredibili. Durante il viaggio ho scattato con il cielo interamente coperto da nubi: ahimè, sullo schermo non è apparsa alcuna aurora o fasce luminose che pressappoco le assomigliassero, ma un cielo verde smeraldo. Insomma l’uomo è un essere cieco e la macchina assorbe qualsiasi luce.
Un obiettivo grandangolare di 24mm, mantenuto a un diaframma di 1.4 e impostato esclusivamente in manuale focus [1] (l’autofocus al buio non è in grado di funzionare!), mi ha consentito di realizzare scatti discreti; l’ho montato su una macchina full frame [2] che tuttavia non è necessaria, come non è indispensabile avere un obiettivo f/1.4. La fotografia è un equilibrio di impostazioni. Se l’obiettivo avesse una massima apertura di f/2.8 o numericamente superiore, si allungherebbe il tempo di scatto oppure si aumenterebbe la sensibilità ISO.
Per tempo e ISO i consigli diventano piuttosto vaghi. Sull’isola nordeuropea ho fotografato con tempi nell’unità dei secondi (10sec, 20sec, 30sec) rinunciando al telecomando di scatto che concede agevolmente di selezionare la Posa Bulb [3]. Gli ISO sono altrettanto variabili, ammetto però di non aver mai impostato valori oggettivamente troppo bassi, come 100 e 200, ma ho archiviato immagini che variano da ISO 400 a ISO 3200.
Giunti alle prime sperimentazioni e a risultati soddisfacenti, lo spettacolo si fa sempre più emozionante, vagando nella notte in cerca di uno spiraglio di luce, sperando che la provvidenza possa farsi avanti. È sufficiente che la macchina sia fissata alla testa del treppiede (mi raccomando immobile), aperto sulla neve, sull’erba o nell’acqua di un ruscello che puntualmente bagna le scarpe del fotografo. In ogni caso non abbattetevi se non siete particolarmente amanti della disciplina e non disponete di un’attrezzatura extreme. Potete serenamente utilizzare una macchina fotografica entry level [4], ma scordatevi di impostarla in automatico. Se desiderate l’aurora, il manuale è la sola alternativa.
[1] L’obiettivo è il Nikon 24mm f/1.4G ED. 24mm è la lunghezza focale, 1.4 la massima apertura del diaframma. Il fuoco manuale (MF) è inseribile attraverso un tasto presente sull’obiettivo.
[2] Sensore a pieno formato di 24 mm × 36 mm, montato perlopiù su reflex professionali. I sensori più piccoli ed economici, comunemente detti APS-C, sono invece presenti sulla maggior parte delle macchine in commercio.
[3] La Posa Bulb (o Posa B) è un tempo di esposizione personalizzato, superiore ai tempi disponibili manualmente.
[4] Il termine entry level definisce le macchine fotografiche più economiche (APS-C) acquistabili in ogni centro commerciale.
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