Quanto è bello viaggiare? E quanto ci manca? Il viaggio è da sempre un’esperienza che amplia le nostre sensazioni e molte volte costituisce un processo di crescita interiore. Si parte con curiosità, spaesamento, voglia di scoperta. Contando che questo articolo è stato pubblicato durante la quarantena che ci sta tenendo a casa per combattere il contagio da coronavirus, l’unico modo che al momento ci rimane per viaggiare è attraverso le pagine di un libro, con il sogno che un po’ tutti abbiamo avuto: fare il giro del mondo.
Libri che parlano del giro del mondo
E così partiamo, soltanto sfogliando le pagine di qualche libro. C’è chi è partito per il giro del mondo senza aerei, muovendosi soltanto via terra. Altri invece hanno deciso di attraversare continenti in bicicletta e altri ancora a piedi. Alcuni hanno fatto un biglietto di sola andata, altri hanno subito tradimenti e si sono sentiti cadere il mondo addosso, scegliendo poi di vederlo di persona questo mondo.
Non è una classifica ma un elenco di esperienze indimenticabili in giro per il mondo. Esperienze incredibili vissute da gente comune, che hanno scoperto il viaggio come forma di cambiamento.
NOTA: vista l’emergenza coronavirus, Amazon sta dando priorità alla spedizione di materiali e beni di prima necessità, quindi la consegna dei libri in formato cartaceo potrebbe subire dei ritardi. Vi consigliamo quindi, di valutare il formato digitale in Kindle (anche più economico).
Vagamondo: Il giro del mondo senza aerei
Reportage di viaggio del giro del mondo senza aerei. 95450 km, 528 giorni e 24 nazioni per completare questa straordinaria esperienza in solitaria. Un emozionante viaggio dall’Himalaya alle Ande per terminare in Siberia. Le attraversate degli Oceani in mercantile. Un viaggio non solo tra meravigliosi luoghi di questo pianeta ma soprattutto una forte esperienza spirituale con un evoluzione introspettiva di un viaggiatore dei nostri tempi. Un esempio di vita in cui il viaggio si può intendere come medicina dell’anima. La sua è una storia che va dritta al cuore, che ti affascina e rapisce anche perché raccontata in maniera impetuosa e avvolgente, una vera forza della natura.
L’8 ottobre del 2011, Carlo comincia la sua esperienza di vita più emozionante, il giro del mondo senza aerei. Parte dall’Himalaya, le montagne dell’anima, forse per dimostrare a se stesso che se avesse superato quei giganti, avrebbe sconfitto quelle paure interiori che lo attanagliavano. Carlo ce la fa. Circa 100.000 km di viaggio fra terra e mare, 24 nazioni attraversate passando dalle frontiere come i viaggiatori d’un tempo facevano, un pioniere del mondo, nella maniera più semplice, 528 giorni e un’esperienza di vita unica.
L’orizzonte, ogni giorno, un po’ più in là
Questa è la storia di un ragazzo che, a poco più di trent’anni, ha già raggiunto traguardi che sfuggono a tanti suoi coetanei: una laurea in un’università importante, un impiego di responsabilità, uno stipendio fisso che gli consente di vivere da solo e di circondarsi del più desiderabile superfluo. Un ragazzo che, nonostante questo, non ha paura di guardarsi dentro e farsi la domanda più importante: sono davvero felice? Di fronte ad aspettative che non sente come sue, a tragitti sempre identici che non aprono nuove prospettive, a una routine che stritola tempo, energia e passione, non può che rispondersi di no. Finché un giorno, davanti a un tramonto, la consapevolezza si accende in lui: i sogni non possono aspettare. E, con quella luce, il coraggio di dare un taglio netto a tutto per inseguire la sua più grande passione: viaggiare. Viaggiare per allargare gli orizzonti di quel mondo che si sta facendo sempre più stretto e soffocante intorno a lui. Viaggiare per sfidare i limiti del corpo e le barriere della mente. Viaggiare con lentezza, senza aerei, per toccare con mano i confini, per «il gusto stesso del viaggio, degli imprevisti, delle scoperte e delle sorprese, delle correnti dell’universo a cui abbandonarsi.» Questa è la storia di un sogno diventato realtà, di un’avventura che ha portato a una nuova vita. Un viaggio lungo mille giorni, attraverso cinque continenti e quarantaquattro Paesi. Ma anche un viaggio dentro di sé, a stretto contatto con le proprie paure, debolezze, risorse inaspettate. In dialogo profondo con quella voce intima e nascosta che, quando accettiamo di ascoltarla, sa sempre indicarci la direzione.
Mondoviaterra. 467 giorni, 108.000 Km. Senza bucare il cielo
Per lui la porta di casa è solo il confine facilmente valicabile tra sé e il mondo. Basta un passo e il viaggio comincia. “Mondoviaterra”, dice Eddy Cattaneo, “parla di un sogno: fare il giro del mondo via terra, senza prendere aerei. In solitaria. A contatto con la Natura, senza bucarla dall’alto. Pulito, lento e circolare. Un’avventura d’altri tempi per sentire la terra cambiare sotto i piedi giorno dopo giorno, per attraversare gli oceani a bordo di cargo mercantili, come fantasticavo da piccolo, con acqua e solo acqua ovunque intorno. Uscire, chiudere la porta e unire il vialetto di casa mia con la via della seta, Karakorum e Himalaya, India, Cina, le risaie del Mekong, i templi buddhisti con le rovine Maya, Macchu Picchu e la Tierra del Fuego, la Panamericana…”. Eddy Cattaneo racconta il suo giro del mondo via terra con orecchie e occhi sempre ben aperti, pronti a cogliere sguardi, suoni, sapori, musiche. Vite. Tutte diverse. Tutte simili.
Guida al giro del mondo: 1
Chi non ha sognato di fare il giro del mondo una volta nella vita? Questa è la storia di due amici che decidono di farlo per davvero, a bordo di una Renault 4 immatricolata nell’89. Da Ventimiglia a Zanzibar passando per Lisbona, Buenos Aires, Tokyo, Saigon, il succedersi delle tappe diventa un racconto picaresco fatto di luoghi noti e sconosciuti, incontri, scoperte e contrattempi… Ogni giro del mondo è unico e irripetibile, proprio come il viaggio che ognuno fa attorno alla propria vita, e lì non ce guida che tenga. Romanzo, reportage, novella di viaggio, autofiction, parodia: “Guida al giro del mondo” è anche un girovagare attorno alle giurisdizioni della scrittura in una sequenza dipanata dal caso, dove ogni tanto s’intravede un filo conduttore. Ma forse è solo un’impressione.
Abito il mondo: la Via della Seta senza aerei
Il diario di viaggio di un percorso via terra lungo più di 15 mila chilometri. Partendo da Shanghai, attraverso tutta la Cina, fino a regioni a confine con il Tibet e la famosa regione del Xinjiang, dove il governo centrale cinese sottopone ad un controverso controllo tutti i cittadini, proseguendo per l’Asia Centrale, con Kirghizistan, Uzbekistan e Kazakistan, tre paesi poco conosciuti e che per una mera confusione linguistica considerati pericolosi agli occhi degli occidentali, la grande traversata del Mar Caspio dove non esistono navi commerciali che traghettino da una sponda all’altra i viaggiatori, fino ad arrivare in Europa e in Italia a Roma. Viaggiare al rallentatore, facendo autostop e prendendo mezzi pubblici dove possibile. Senza aerei e con solo uno zaino in spalla. Questo è il diario di viaggio di un’ avventura sulle le orme di Marco Polo, ma che in comune con il suo viaggio ha ben poco.
Destinazione mondo
«Cosa mi ha spinto a lasciare il mio posto di lavoro e a tentare la fortuna dall’altra parte del pianeta? Il pensiero che il mondo è troppo grande per fermarsi in un posto solo, la vita dà mille motivazioni per essere vissuta fino all’ultimo respiro, con meno rimpianti possibili. Ho imparato a essere un viaggiatore, sempre pronto a scoprire luoghi nuovi, a conoscere persone, a imparare ogni giorno che la vera essenza del viaggio è pura condivisione di parole, di emozioni, di sorrisi o di semplici sguardi. Avevo il mio blog e, giorno dopo giorno, mi sono accorto che sempre più persone mi seguivano, mi scrivevano, aspettavano i miei post. Così ho scelto di essere me stesso, ho scelto di rivoluzionare la mia realtà, di raccontare le mie avventure. Prendere in mano il mio destino e partire mi ha cambiato la vita; al primo viaggio in Australia, ne sono seguiti altri, in Thailandia, Indonesia, Vietnam, tanto che alla fine la mia passione è diventata un meraviglioso lavoro. Ogni viaggio mi ha regalato qualcosa, da ogni viaggio sono tornato diverso. Perciò non pensateci troppo, non calcolate tutto al dettaglio, smettete di ripetervi che non potete farcela, che non è (ancora) il momento giusto: preparate la valigia e partite.»
Errare è umano: Il giro del mondo in bicicletta
Vi siete mai sentiti euforici, su di giri, completamente dentro il momento che state vivendo? Come quando di ritorno da una bella serata d’estate guidate la macchina sulla strada deserta e alla radio passano la vostra canzone preferita. C’è quell’istante in cui vi viene voglia di schiacciare il piede sull’acceleratore, in cui vi sentite al 100 per cento senza una ragione particolare, se non quella bella serata, quella bella musica e quella bella atmosfera. Ecco, io mi sono sentito così per un intero anno. Il 19 luglio 2015 sono partito per fare il giro del mondo in bicicletta. Sono tornato un anno dopo con 35.000 chilometri nelle gambe e i timbri di 35 paesi sul passaporto; ho pagato l’alloggio per dormire solo per 10 notti e ho conosciuto un’infinità di “fratelli”.
In cerca di un posto nel mondo
“Come lo spieghi ad uno che è nato in catene che tutto il suo tempo gli appartiene?” Questo libro è nato viaggiando. Le sue pagine sono state scritte in pullman, in aereo, sulle navi, negli aeroporti, su quelle panchine sgangherate che ti regalano qualche minuto di ristoro, nelle sale di attesa affollate, in quel limbo apparentemente infinito che intercorre tra una destinazione raggiunta e l’arrivo del prossimo treno, nelle stazioni di province sperdute della Thailandia, del Messico, degli Stati Uniti, dell’Inghilterra e del Perù, ma soprattutto, in un luogo vicinissimo eppur così lontano che si cela dentro noi stessi. L’autore-protagonista è un ragazzo Gay che in un momento cruciale della sua esistenza ha deciso di fare i conti con sé stesso e di liberarsi dal fardello della repressione per iniziare a vivere davvero. “IN CERCA DI UN POSTO NEL MONDO” è un denso concentrato di avventure vissute viaggiando a cavallo di vari paesi. Il testo mette in risalto un lungo percorso di crescita personale che abbraccia i temi più svariati; fra questi vi sono i viaggi, la connessione con luoghi e persone, la scambio culturale, la costante introspezione, i traumi personali e familiari, l’incontro con la malattia e la morte, ma anche la diversità, la scoperta, la liberazione mentale e sessuale, la sofferenza, l’amore e la continua ricerca della felicità. (Il testo contiene esplicite scene di sesso omosessuale ed esalta l’incontro con qualsiasi forma di diversità; pertanto, omofobi e razzisti sono avvisati). “Quando hai la fortuna che è toccata a me, ti senti in dovere di condividere ciò che hai imparato per metterlo a disposizione degli altri, per infondere speranza a chi non ne ha, per costruire quella “casa comune”, tollerante ed accogliente, da lasciare in eredità ai figli o a quelli che verranno dopo di noi, per alimentare il fuoco sacro che dimora nella coscienza di ognuno, lo stesso che spinge gli uomini liberi a credere nei sogni…”
Mondonauta
Il Laos è la fonte, da qui partono due “viaggi zaino in spalla” che scorrono parallelamente alternandosi capitolo dopo capitolo in un vortice ritmato di avventure, umanità, geopolitica e rock and roll. L’autrice, dopo un sentito tradimento, parte per un’avventura epica che da Vientiane la spingerà fino alla Scandinavia, attraversando tutta l’Asia centrale da sola via terra. L’incontro con gli uiguri oppressi dal regime nello Xinjiang, i passaggi in autostop ridiscendendo la catena himalayana evitando per un soffio una guerra civile per rifugiarsi con una famiglia di nomadi chirghisi nelle loro Yurta tra le vette innevate sono tutte esperienze fotografate attraverso la penna della scrittrice che con ironia e schiettezza fa del lettore un vero e proprio compagno di viaggio. Mondonauta è un reportage di viaggio talmente surreale che trascende da quella che è la semplice letteratura di viaggio arrivando a sfiorare lo status di romanzo, È un opera di viaggio “on the road” senza filtri che strizza palesemente l’occhio alla beat generation affrontando tematiche quali il sesso, la droga e ovviamente la strada. Il viaggio si fa terapia e il mondo tempio nel viaggio dei viaggi alla scoperta dei continenti ma soprattutto dell’animo umano. Viaggiare per dimenticare spesso porta a riempire il vuoto di memorie meravigliose che annullano il dolore e che ci riportano a galla per essere di nuovo liberi, leggeri e ritrovarci di nuovo sulla strada giusta.
Travel Revolution: Una storia di viaggio, libertà e cambiamento
«Ho sempre visto la vita come un lungo viaggio, il cui scopo è quello di dare il meglio, arrivare ad essere la versione migliore di sé stessi.» Il viaggio inteso come rivoluzione interiore. L’avventura di Terence, ex obeso e depresso, che percorre le strade del mondo per dare un senso alla propria esistenza. Dopo anni passati a vagare senza sosta da una passione all’altra, la decisione di partire per un lungo viaggio, tra i luoghi meno turistici al mondo. «La vita è un dono bellissimo e non una tortura da subire quotidianamente. Non importa in che situazione ti trovi, se hai un sogno devi solamente fare il primo passo e metterti in cammino.» Balcani, Asia centrale e Africa raccontate attraverso le emozioni, i paesaggi e le persone incontrate in dieci mesi di viaggio. Dall’autostop nei paesi balcanici alle montagne mozzafiato del Pakistan, dai bazar dell’antica Persia alla Via della Seta, dall’alba sul Mar Caspio ai tramonti sul Nilo, dalle infinite steppe kazake alle colline etiopi. Riappropriarsi della propria anima e del tempo, riascoltando l’antico richiamo della natura. «Abbiamo paura che la nostra vita vada a pezzi se non ci diamo una mossa, siamo l’emblema della cultura dello stress. Fare autostop seduto solo al sole nel deserto del Sudan, è la mia protesta, io mi tiro fuori da questo sistema malato.» Amore ed un pizzico di sesso, avventura, cultura, una tenda, uno zaino in spalla come fedele compagno e tanto autostop.
A passo d’uomo. Giro del mondo a piedi
“Il 13 settembre 2013, sul balcone di casa mia, ho deciso di fumare l’ultima sigaretta, quella del “condannato a vita” e partire per il giro del mondo. A piedi. Più che una scelta, è stata una necessità, nata dalla sensazione di essere sempre fuori posto, dall’alzarsi al mattino senza volerlo davvero, senza una motivazione o uno scopo. Dalla volontà di fare qualcosa di radicale, che mi permettesse di apprezzare la vita per quello che è davvero: un regalo. E così sono partito. Ho attraversato l’Italia da ovest a est, sono sceso verso Istanbul, ho percorso le strade dell’Asia dalla Turchia all’Iran, dall’India all’Indonesia, ho sperimentato il silenzio e la vastità dell’Outback australiano. Tutto a piedi, con un carretto che per oltre un anno e mezzo è stata la mia casa camminante. Il mio giro del mondo continua e in questo libro vi racconto la prima parte.”
Una vita incredibile
Un viaggio di più di due anni sulle strade dell’Asia, dalla Transiberiana all’Estremo Oriente, dall’Indocina all’Iran, passando per il deserto australiano, le vette himalayane e la Via della Seta. Un viaggio alla ricerca di grandi avventure e alla scoperta di sé stessi.
È l’agosto del 2014 quando Claudio, quasi trentenne, decide di licenziarsi e prendersi un anno sabbatico per seguire la sua più grande passione: viaggiare. Decide di arrivare in Indonesia, partendo da Milano, senza prendere aerei. Ancora non sa che nei successivi quattro anni attraverserà l’Asia altre due volte, sempre via terra e sempre con mezzi diversi. Ancora non può immaginare che, per vivere, farà il pastore in Mongolia, l’elettricista in Australia e il maestro nella scuola elementare cinese. Ma soprattutto ancora non sospetta di tutte le migliaia di persone che lo aiuteranno, di tutti gli incontri che gli capiteranno e di tutte le sperdute frontiere che attraverserà a piedi.”Una vita incredibile” è l’estratto dei diario che Claudio ha completato nei primi due anni di viaggio… Quando dopo aver lasciato casa, attraversò l’Asia da Milano a Jakarta con i mezzi pubblici e successivamente, dopo aver vissuto un anno in Australia, da Singapore a Milano in autostop!
Claudio Piani nasce due volte: la prima all’ospedale Buzzi di Milano il 5 agosto 1987, e la seconda a Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano, nell’agosto 2014, quando decide di mollare tutto e partire. Due vite meravigliose, la prima spesa nella sua città lavorando come operatore sportivo e la seconda in giro per il mondo, alternandosi tra viaggi e lavori più o meno seri. Secondo un indovino conosciuto in India dovrebbe morire nel 2076.