100 parole intraducibili in altre lingue spiegate con dei disegni

Quando proviamo a tradurre un testo o una frase e ci perdiamo qualche parola non sempre questo è causato dal fatto che quella lingua che stiamo andando a tradurre non la conosciamo bene come immaginavamo. Magari non esiste nessun altra parola che possa rendere in pieno il significato e l’essenza vera di quel termine in un’altra lingua.

È proprio questo il dilemma di una designer neozelandese che nella sua raccolta di immagini “Found in Translation” cerca di spiegare il significato di alcune parole che sembrano intraducibili in un’altra lingua. Per molte parole si può provare a usare un significato, ma alcuni sono dei veri e propri modi di dire che non hanno corrispettivi negli altri idiomi.

Lei si chiama Anjana Iyer e ha creato un sito web chiamato “100 Days Project”, un sito web che invita e incoraggia gli artisti a spendere 100 giorni di fila facendo e creando quello che amano.

Quota 100 è ancora lontana dato che il progetto è iniziato da poco ed è arrivato quasi a metà percorso, quindi abbiamo raccolto una serie di 30 parole che vanno a tradurre alcune espressioni intraducibili in altre lingue.

01. Fernweh (Tedesco): Provare nostalgia per luoghi in cui non siamo mai stati

02. Komorebi (giapponese): l’effetto della luce del sole quando filtra attraverso le foglie degli alberi.

03. Tingo (pascuense, Isola di Pasqua): chiedere un oggetto in prestito e non restituirlo

04. Pochemuchka (russo): individuo che pone troppe domande.

05. Gökotta (svedese): svegliarsi all’alba per sentire il primo canto degli uccelli.

06. Bakku-shan (giapponese): una ragazza bellissima… fino a quando non la si guarda in faccia

07. Backpfeifengesicht (tedesco): una faccia che deve proprio essere presa a pugni

08. Aware (giapponese): la sensazione dolceamara che si ha quando si sta vivendo un momento di grande bellezza

09. Tsundoku (giapponese): l’abitudine di comprare libri e ammucchiarli in pile senza mai leggerli

10. Shlimazl (yiddish): una persona cronicamente sfortunata

11. Rire dans sa barbe (francese): sogghignare misteriosamente pensando a cose del passato

12. Waldeinsamkeit (tedesco): la sensazione di sentirsi come quando si è soli in un bosco

13. Hanyauku (Rukwangali, Namibia): camminare in punta di piedi sulla sabbia calda

14. Gattara (italiano): donna avanti con l’età che vive sola e con molti gatti

15. Prozvonit (ceco): fare uno squillo con il telefono, sperando che l’altro richiami e non ci faccia spendere soldi

16. Iktsuarpok (inuit): la frustrazione che si prova quando si aspetta qualcuno in ritardo

17. Papakata (maori delle Isole Cook): avere una gamba più corta dell’altra

18. Friolero (spagnolo): una persona particolarmente sensibile al freddo

19. Schilderwald (tedesco): quando una strada è piena di cartelli stradali e non si capisce nulla

20. Utepils (norvegese): stare all’aperto in una giornata di sole, bevendo una birra

21. Mamihlapinatapei (yaghan, linguaggio indigeno della Terra del Fuoco): il gioco di sguardi di due persone che si piacciono e vorrebbero fare il primo passo, ma hanno paura

22. Culaccino (italiano): il segno lasciato su un tavolo da un bicchiere bagnato

23. Ilunga (tshiluba, Africa centrale): una persona che la prima volta perdona tutto, la seconda volta è tollerante, ma alla terza non ha pietà

24. Kyoikumama (giapponese): madre che pressa i figli perché abbiano grandi risultati a scuola

25. Age-otori (giapponese): stare peggio dopo essersi tagliati i capelli

26. Chai-Pani (hindi): dare soldi a qualcuno perché una pratica burocratica vada buon fine

27. Won (coreano): la difficoltà di una persona nel rinunciare a un’illusione per guardare in faccia la realtà

28. Tokka (finlandese): un grande branco di renne

29. Schadenfreude (tedesco): godere delle disgrazie altrui

30. Wabi-Sabi (giapponese): accettare il naturale ciclo di vita e morte

Per vedere l’elenco completo delle “100 parole intraducibili” visita il sito “100 Days Project”.

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Dal 2010 cerco di “far volare” sul web la mia passione per i viaggi. Ho vissuto in Australia, ho visitato tutto il Sud-Est Asiatico, ho attraversato l'intero Vietnam in moto per consegnare libri ai bimbi degli orfanotrofi, ho visto innumerevoli volte l'Aurora Boreale in Islanda. Nel 2019 ho co-fondato SiVola, il primo tour operator creato da travel blogger.